• No results found

4. LA TRADUZIONE DELLA LETTERATURA INFANTILE

4.2 Quando il lettore infantile legge attraverso gli occhiali del traduttore

Abbiamo nel capitolo precedente mostrato che Le avventure di Pinocchio è un'opera da valutare soprattutto per le sue qualità letterarie ed estetiche. Abbiamo anche mostrato che la critica letteraria italiana ne presenta una lettura in chiave di 'avventura' e di 'teatralità'; una lettura che interpreta Pinocchio come una figura molto complessa e contraddittoria. In tal

37 Si veda tra l'altro Maria Nikolajeva (red.) (1992) Modern litteraturteori och metod i barnlitteraturforskningen, Centrum för barnkulturforskning vid Stockholms universitetet.

modo l'opera si rivolge piuttosto ad un pubblico di ragazzi, non di bambini (Jervis 2002: 37).

Inoltre abbiamo mostrato che le intenzioni dell'autore delle Avventure sono solo superficialmente quelle di educare un pubblico di ragazzi; studiando meglio lo stile e il linguaggio delle Avventure ci appare un libro che si presenta come lettura anche per un pubblico adulto. Di conseguenza è interessante chiedersi se i lettori-ragazzi norvegesi godano di un testo simile a quello del quale godano i lettori-ragazzi italiani d'oggi. La problematica dell'equivalenza funzionale tra le Avventure italiane e le Avventure norvegesi è di grande interesse per il nostro lavoro. Abbiamo dunque il sospetto che, mentre la funzione delle Avventure nella cultura di partenza di oggi include anche le qualità letterarie ed estetiche del testo, in Norvegia Le avventure di Pinocchio non abbia tale ricezione e funzione. Ci poniamo quindi la domanda se il pubblico di lettori, prima il lettore-traduttore e poi il lettore-fruitore del testo tradotto, non intenda l'opera di Collodi come un romanzo di grande qualità letterarie, ma piuttosto come un racconto fiabesco moralistico di un burattino di legno.Vediamo dunque l'orizzonte di attesa del pubblico di lettori norvegesi come un fattore che possa influenzare le scelte traduttive. Inoltre abbiamo la problematica generale del come il testo originale viene adattato al lettore-bambino38.

Abbiamo già discusso la figura chiave del lettore-traduttore, e abbiamo accennato alla figura traduttore-produttore di una traduzione, che intendiamo come l'insieme di norme editoriali e culturali che influiscono sulla traduzione. Questo significa infatti che il lettore-fruitore della traduzione legge il testo attraverso gli occhiali del traduttore, cioè attraverso l'interpretazione del traduttore e attraverso le intenzioni del traduttore-produttore del testo.

Secondo Sonia Marx sembra infatti che nella traduzione per il lettore infantile lo scopo del testo sia prioritario rispetto ad altri parametri (Marx 1990: 26). Marx sottolinea il fatto che la traduzione della letteratura infantile tende più verso l'equivalenza denotativa che non verso l'equivalenza comunicativa (pragmatica) ed espressiva. Il valore d'arte di un testo letterario rivolto a bambini/ragazzi viene dunque subordinato alla riproduzione del contenuto:

[in tal modo viene trascurato] l'omofunzionalità della traduzione, ossia l'effetto pragmatico ed espressivo che dovrebbe accomunare l'originale alla traduzione. Le ragioni che portano a questo risultato possano essere molteplici. Una può forse dipendere dal fatto che la letteratura per ragazzi presenta una certa affinità con la Trivialliteratur, poiché viene prodotta coscientemente per un determinato gruppo di fruitori e non considera primari i punti di vista estetici. (Marx 1990: 26).

38 Klingberg (1986: 11): " As a rule (although not always) children's literature is produced with special regards to the (supposed) interests, needs, reactions, knowledge, reading ability and so on of the intended readers".

Birgit Stolt, nel saggio "How Emil becomes Michel - On the Translation of Children's books"

(1978: 132), pone la domanda se il tradurre la letteratura infantile dovrebbe essere diverso dal tradurre per adulti. La traduttrice Siri Ness (1991: 187) sostiene che ancora le qualità letterarie della letteratura infantile e della traduzione per tale pubblico, sono subordinate alle qualità pedagogiche.

Birgit Stolt sottolinea tre fattori particolari per la traduzione di libri per bambini o ragazzi (Stolt 1978: 134):

1. Intenzioni educative, che influirebbero sulle scelte linguistiche, ma anche sul messaggio trasmesso dal testo, nel senso che il messaggio o la lingua del testo di arrivo non dovrebbe allontanarsi troppo dalle norme della cultura di arrivo.

2. Le opinioni degli adulti verso il lettore-bambino; quali sarebbero le preferenze di tale lettore, quali sarebbero le sue capacità cognitive. Questo risulta secondo Stolt spesso in una sottovalutazione del lettore-bambino.

3. L'infantilizzazione del testo, vale a dire una sentimentalizazzione del testo e un tentativo di evitare ironia e brani e vocaboli considerati brutali e volgari.

Un altro studioso che si è occupato della traduzione della letteratura per l'infanzia è Göte Klingberg (Klingberg 1978; 1986). Klingberg ha tra l'altro studiato in che modo il contesto culturale di partenza viene adattato al contesto culturale di arrivo.

In all translation work there are difficulities when the translator and the readers belong to a different cultural environment from the author. But the problems are more pronounced in translations of children's books, since the degree of adaptation changes (the translation becoming more difficult to read, for example), when the cultural context of the foreign environment is rendered without adaption. Therefore, translators tend to what I for shortness would like to call context adaptation meaning the adaptation of the cultural context of the source language to the cultural context of the target language.

Klingberg (1978: 86).

Klingberg presenta un elenco di categorie in cui si riscontra questo context adaptation, fra le quali le seguenti sono interessanti per il presente studio: nomi propri, soprannomi, nomi di luoghi, nomi di animali, riferimenti letterari, riferimento al contesto sociale e politico, pasti e cibi, usi e costumi39. In queste categorie troviamo gli adattamenti più espliciti e palesi nella traduzione per bambini/ragazzi.

Insieme alle tendenze sottolineate da Stolt e Klingberg, dobbiamo però tener conto anche di altri tipi di adattamenti, che hanno a che fare con le norme traduttive della cultura di

39 Cfr. Klingberg (1986: 17-18)

arrivo, e che troviamo tra l'altro nella problematica presentata da Venuti: dell'invisibilità del traduttore, delle norme linguistiche della cultura di arrivo, e dell'effetto di straniamento.

Consideriamo plausibile adoperare anche questi parametri che sono piuttosto rivolti alla traduzione per un pubblico di adulti, in quanto, come abbiamo mostrato nel capitolo precedente, le Avventure sono indirizzate ad un pubblico con delle ampie competenze linguistiche ed intellettuali.

Per concludere abbiamo sopra mostrato che le scelte traduttive sono estremamente legate alla funzione di una traduzione nella cultura di arrivo, vale a dire che una traduzione rivolta a bambini/ragazzi spesso viene adattata secondo quello che gli adulti pensano che siano le competenze e le preferenze di tale pubblico. Alcuni adattamenti sono facili da scoprire, altri come quelli menzionati da Stolt e da Venuti, sono più nascosti. Per le Avventure abbiamo anche la problematica dell'orizzonte di attesa del pubblico norvegese, prodotta dalle tantissime interpretazioni nel tempo nelle quali è spesso stata trascurata la qualità letteraria delle Avventure.